Fumettari nati
- indomitilla
- 7 ott 2015
- Tempo di lettura: 1 min
Pare che una volta Neil Gaiman abbia detto (o scritto!): "Scrivo fumetti perché si tratta di un medium sperimentale, che mi permette di sconvolgere qualsiasi regola. Me l'ha insegnato quel genio di Alan Moore".
Ecco:

Guardando mani molto piccole cimentarsi con la "gabbia" di un fumetto tutto da inventare -- una griglia a 4 strisce, per la precisione -- e trastullarsi con adesivi, pennarelli, letteroni antropomorfi, la sensazione che si prova è piuttosto potente. Un misto di curiosità e orgoglio, senz'altro.

La varietà di interpretazioni rispetto a un obiettivo uguale per tutti (Descrivi l'incontro tra il "tuo" supereroe e il suo più acerrimo nemico... o qualcosa del genere) lascia ben sperare.

Alla luce di tanta e tale dovizia di dettagli, approcci, visioni, la celebre lettera di rifiuto con cui la Marvel rispose alla submission di Jim Lee sembra ancora meno sensata...

Roba da perderci la testa.
[Pics by Riccardo Spatolisano]
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